Anche il Melone retato di Calvenzano e' diventato un Presidio Slow Food !

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Calvenzano ,piccolo paese della pianura bergamasca, ha avuto il dovuto  riconoscimento per la coltivazione del suo "melone speciale ",non solo per l' estate ,anzi ...

 Finalmente e' stato ufficializzato il tanto atteso Presidio Slow Food per il melone di Calvenzano ,un melone studiato nella banca del germoplasma per la tutela della biodiversita' dell' Universita' di Valencia .Cosa avra' di cosi' tanto speciale ?E' un frutto dalla particolare forma ovoidale ,dalla buccia retata ,molto fitta ed omogenea, un picciolo alquanto  pronunciato lasciato attaccato al frutto durante la raccolta ed e' solitamente di grandi dimensioni .La nota piu' caratteristica ,oltre al peso notevole (che varia da 2 a 4 kg) ,e' proprio racchiusa nella sua meravigliosa polpa molto consistente , poco zuccherina ma profumatissima e con un bellissimo colore arancione molto molto caldo ,quasi avvolgente .Naturalmente e' disponibile fresco nel mese di luglio (il picco della produzione dura 10-15 giorni )ma anche sulle tavole autunnali e invernali puo' rilasciare  il suo fantastico profumo proprio perche' non e' un melone classico ,pensato come semplice frutto da tavola da servire con il prosciutto o il salame , ma un prodotto che si presta ad essere raffinato .

Ed ecco allora via libera a marmellate ,senapate ,mostarde da accompagnare ai bolliti natalizi ,polpa per il gelato e ,dulcis in fundo ,al magnifico Liquore di Calvenzano ,ottimo accompagnamento alla pasticceria secca e alle frolle .Ma questa bonta' cosi' vicina a noi ,alla nostra pianura , e forse ancora poco conosciuta e' sempre stata il simbolo di Calvenzano e il fiore all occhiello degli anni '50 insieme alle patate e al pomodoro .La sua coltivazione e' stata portata avanti dalla storica Cooperativa agricola calvenzanese,fondata nel lontano 1887. I meloni sono presenti nei  libri contabili della cooperativa fin dal secolo scorso e aveva una rilevanza fondamentale nell' economia locale tanto che i contadini acquistavano i terreni per lavorare proprio grazie alla loro coltivazione .Raggiunsero anche una fama internazionale tanto che sono arrivati  anche nelle tavole raffinate dei ristoranti  parigini della Belle Epoque e della Corte di Francia e nei menu della residenza estiva dei reali d' Inghilterra .La sua storia e' quindi senza dubbio affascinante e intrigante  ma il presente e' affidato alla tenacia e alla passione di alcuni produttori  che con il loro lavoro  aiutano a salvaguardare non solo questa importante coltivazione ma anche la tradizione secolare che la circonda e  tutti i mestieri legati alla coltivazione .

Il Presidio Slow Food punta proprio molto sulla biodiversita' :con fierezza possiamo dire che questo e' il primo Presidio della Bassa Bergamasca ed e' internazionale.Certo la produzione di Calvenzano non puo' confrontarsi con le quantita' enormi prodotte da aziende piu' grandi ,soprattutto quelle mantovane sicuramente piu' note ,ma ha una sua piacevole peculiarita' :un grado zuccherino non eccessivo e quindi  le conserve ,le composte e le  confetture si possono accompagnare perfettamente ai formaggi sia feschi sia erborinati .Il Presidio e' un punto di arrivo di un lungo processo : nel 2002 i soci della Cooperativa agricola di Calvenzano hanno deciso di riprendere a seminare il melone retato  partendo da solo sei piantine ,recuperate amorevolmente da un agricoltore che aveva tenuto da parte qualche seme .Sembra un racconto di una fiaba e invece ,con un pizzico di tenacia e di buona volonta' ,le piantine sono diventate centinaia e la produzione e' giunta ad una decina di quintali di meloni.

Con l' avvento del Presidio la produzione si e' coraggiosamente allargata non solo nei pressi di Calvenzano ma anche nel territorio della Gera  d' Adda coinvolgendo anche altri tre contadini della zona che hanno deciso di lanciarsi nell' avventura e  seminare  il melone storico locale .Le esperienze dei produttori ,partiti quest' anno con una produzione sperimentale ,sono state diverse fra loro :la Cooperativa Agricola di Castel Cerreto ha deciso di portare i semi direttamente nel terreno ;Simona, energica e simpatica produttrice de "Il Platano "di Treviglio , da 100 semi mescolati fra loro e "rubati " dalla cassoforte di un hobbista calvenzanese ,ha fatto nascere amorevolmente 80 piantine ed e' positivamente "lanciata" in un futuro appassionato .E noi speriamo  tutti che il melone diventi un motore di economia forte ,un ' economia di cui forse ci eravamo un po' dimenticati perche' le varieta' di melone moderne attualmente in commercio spesso vengono selezionate per ottenere frutti piu' dolci e con un periodo di raccolta piu' lungo .Quindi ,una scelta coraggiosa ma sostenuta da Slow Food Bassa Bergamasca come salvaguardia della biodiversita' ,del suolo ,delle coltivazioni di piccola scala e dei mestieri antichi del territorio .

Una garanzia di qualita' e serieta' per dare la spinta che conta affinche' l' agroalimentare italiano possa avere  una sua posizione sempre piu'  determinante  .Nel disciplinare ,alla cui scrittura ha contribuito un bravo agronomo, il Dott.Vertova , sono specificate tutte le attivita' della coltivazione e la tempistica .Alla base rimangono naturalmente le parole chiave fatte di tradizione e passione :una grande passione nostalgica di produttori e hobbisti che hanno cercato di tramandare negli anni un pezzo di storia anche quando poteva sembrare un' operazione meno conveniente . Primo fra tutti l' hobbista Fabrizio Messaggi .Per finire un assaggio delle declinazioni di questo fantastico prodotto presentate nella giornata di festeggiamento del Presidio :proposte per esaltare un simbolo di passato e presente nella filosofia del rispetto del territorio e con una fragranza tutta sua assolutamente da provare .

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