La disfida del melone ...finita in dolcezza!

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Estate, tempo di meloni !Un incontro appassionante con i produttori ,con la storia di due paesi ,con i racconti del territorio e con degli abbinamenti forse un po' inusuali ma ricchi di sinergie .
 
Lunedi' 11 giugno la Casa di Alti Formaggi di Treviglio si e' lasciata avvolgere dal fresco profumo del melone .Una disfida dedicata a questo frutto particolare le cui origini sono ancora incerte ...forse africane forse asiatiche .Sicuramente e' giunto  nel bacino del nostro Mediterraneo attraverso  gli Egiziani .Numerose le conoscenze storiche e leggendarie su questo frutto dalle innumerevoli proprieta' vitaminiche ,rinfrescanti, dissetanti ,con un alto contenuto di acqua  e valido alleato della tintarella :dal mondo dei Sumeri, in cui viene citato in un poema epico ,ad un riferimento a Mose' nel suo viaggio con il popolo ebraico ,dai diversi autori romani che lo ricordano  nei loro scritti (Galenio -Plinio -Apicio )fino alla intraprendenza di Carlo Magno e Marco Polo che lo riportarono in Europa dopo l' oblio conseguente alla caduta dell' Impero romano .Persino  Giovanni Boccaccio ci parla delle  sua meraviglie  e lo scrittore francese Brillat -Savarin difende ed elogia "quelli buoni " .Tante anche  le curiosita' e gli aneddoti che lo circondano ,ad esempio che ancora oggi in Sicilia viene servito stranamente come piatto natalizio .Lunga e avvincente dunque  la storia del Cucumis Melo giunto fino a noi in  tutta  la sua solarita' .
 
Il giornalista Maurizio Ferrari ha intervistato i  rappresentanti di due territori lombardi piuttosto distanti ma con diversi punti in comune tra cui sicuramente la passione profonda e sincera per il territorio ,un valore aggiunto considerevole .Il simpatico Vincenzo Bozzetti ,con la sua consueta verve ,ha intrattenuto il pubblico numeroso parlando dell' avvicendarsi del Melone di Casteldidone IGP nel corso della sua storia territoriale ,vissuta  al confine tra Mantova e Cremona , tra le sfumature e le implicazioni sociali ,antropologiche e culturali .Negli anni 70 abbiamo assistito -dice -ad un forte sviluppo soprattutto economico che ha coinvolto anche il melone :il concentrarsi nella coltivazione del melone e' avvenuto come scelta obbligata dopo la crisi dell' azienda lattiero -casearia .Coltivare il melone era soprattutto  un mestiere .Il paese di Casteldidone viveva essenzialmente sulla sua coltivazione.Dopo la metamorfosi dell' agricoltura negli anni 80 e 90 il melone oggi  ha tutte le caratteristiche del melone moderno ,quelle peculiarita' piu' idonee ad avvicinarlo al gusto dei consumatori .Ora ha anche un marchio collettivo e una importante specificita' del territorio :un melone di qualita' che unisce il segreto della tradizione all' innovazione di varieta' e di tecniche colturali .
 
E poi come abbinare il suo profumo ?"Abbinare gli alimenti fra loro e' un po' come lavarsi la faccia " ci dice il nostro oratore e cosi' i presenti si lanciano in un abbinamento curioso ,oltre che con il piu' classico salame cremonese ,con tre formaggi molto diversi tra loro  :il Taleggio ,il Salva Cremasco e il Provolone Valpadana.Il formaggio e' un po' un grido di liberta' ,in fondo ,e gli  incontri tra melone e formaggio sono stati pensati non sul contrasto ma piuttosto sul gioco della sinergia.E' poi stato il turno del melone retato di Calvenzano , di recente Presidio Slow -Food della Bassa Bergamasca .Fabrizio  Messaggi e il Sig .Facchetti ci hanno svelato i segreti piu' reconditi di questo piccolo grande gioiello e  della Cooperativa Agricola di Calvenzano ,la piu' antica d' Italia ,fondata da un gruppo di appassionati e ancora oggi sostenuta da un piccolo gruppo di soci che si impegnano nella riscoperta e nella valorizzazione di un prodotto molto importante nell' economia del paese ma che rischiava di perdersi .Coraggioso chi ha conservato i semi e coraggioso chi oggi ha voluto ripiantarlo credendo in un progetto che non e' solo agricolo ma anche sociale e culturale  .Hanno scelto da sempre di essere una piccola realta' e tale e' rimasta anche se nella storia e' stato sempre molto importante per Calvenzano e ha visto il suo splendore soprattutto negli anni 20 e 30 .
 
Questo frutto cosi' particolare ,dalla caratteristica forma allungata ,dal peso considerevole e dalla scorza rugosa "ricamata " ,e' approdato fin nei piu' prestigiosi ristoranti parigini e persino alla residenza estiva dei reali d' Inghilterra acquistando cosi' una notevole stima .Sfilano le immagini suggestive dei carretti e delle raccolte di una volta ,dei volti sorridenti dei contadini calvenzanesi immortalati furtivamente in mezzo ai loro campi .Certo ,non e' il classico melone da abbinare al prosciutto ma si presta molto per la sua trasformazione in marmellate ,composte classiche o senapate ,sorbetti ed e' il protagonista principale del famoso Liquore al melone dal profumo particolarmente intenso e dal gusto avvolgente ,creato dopo un lungo processo di macerazione del melone e imbottigliato nella storica bottiglia .Non potevamo quindi non concludere la sdisfida con un assaggio del liquore abbinato ad una torta speciale ,creata ex novo dalla food blogger Annalisa Andreini in collaborazione con il pasticciere calvenzanese  Angelo Colombo Giardinelli della Pasticceria Baffi  .Una ricetta segreta e un nome segreto che verra' svelato solo a luglio ,durante il periodo di maturazione del melone ,in pieno rispetto del valore della stagionalita'  :un trionfo di dolcezza ,freschezza ,voglia di estate ma anche di purezza ,di semplicita' .Rappresenta l' amore di un territorio che crede molto nelle sue risorse e in quelle si sente fortemente rappresentato .Dulcis in fundo quindi con quel pizzico di gioia che lascia sempre la creazione di un nuovo dolce perche' in esso  vediamo  proiettate nel futuro le nostre origini e le nostre speranze .
 
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